# 14 Marzo 2024 π day

C’è un libricino divertente e profondo che sicuramente appassiona i matematici ma che ha l’incredibile potere di coinvolgere anche coloro che “la matematica proprio no!”.

È della matematica, e ora meravigliosa scrittrice, CHIARA VALERIO e si intitola LA MATEMATICA È POLITICA (Vele – Giulio Einaudi Editore). L’autrice intercetta nella matematica un eccellente esercizio di democrazia: come la democrazia si fonda su un sistema di regole, crea comunità e lavora sulle relazioni.

In questa GIORNATA DEDICATA ALLA MATEMATICA ci piace riportare alcune riflessioni dell’autrice:

“La matematica è stata il mio apprendistato alla rivoluzione, dove per rivoluzione intendo l’impossibilità di aderire a qualsiasi sistema logico, normativo, culturale e sentimentale in cui esista la verità assoluta, il capo, la verità imposta e discutibile. […] Il punto di vista non è assoluto, però è nostro e ci siamo affezionati. Le verità trattate come punti di vista, rivelano una natura se non sentimentale, emotiva, e se non emotiva, discrezionale. Studiare aiuta a rendere confrontabili i punti di vista e a capite, volta per volta, che i punti di vista quando vengono assunti non sono né giusti né sbagliati (ma solo nostri).

La matematica va a fondo nella definizione della verità. La verità non si possiede mai da soli. O tutti siamo in grado, da le condizioni al contorno e l’insieme di definizione, di giungere al medesimo risultato, o posso gridare forte quanto voglio di possedere la verità ma griderò invano. La matematica insegna che le verità sono partecipate, per questo è una disciplina che non ammette principî di autorità. Tutti anche se non siamo Pitagora, possiamo dimostrare il suo teorema. […] Per questo, studiare matematica aiuta a essere cittadini migliori e a chiarire come la democrazia, con tutti i difetti, sia il miglio sistema di governo possibile. […] La matematica è una disciplina che favorisce la diffusione della democrazia: un matematico non risponde mai al CHI ma sempre al COSA, ragion per cui tra il cattedratico che pone una domanda ovvia e un passante che pone una questione interessante, l’attenzione del matematico si rivolgerà prima al passante. È una disciplina che non ammette il principio di autorità giacché nessuno possiede la verità da solo. È un linguaggio, una grammatica. Per discutere di matematica bisogna accettarne le regole. Sicché uno studioso ma anche uno studente di matematica è abituato a operare in un mondo di regole comuni per ridiscutere le quali non si può essere in uno, bisogna essere almeno in due. Ovviamente la matematica non procede per voto o alzata di mano ma per ipotesi e verifiche.

E ancora: Sedersi e svolgere un esercizio di matematica è un gesto di protesta nei confronti del presente, che sia urgenza percepita o stasi di forca maggiore, perché studiare matematica significa riprendersi il tempo. Non ci sono filosofie o religioni altrettanto efficaci, non ci sono passeggiate nella natura che possano reggere il confronto del tempo e del silenzio che regala lo svolgimento di un esercizio di matematica. Si può ricominciare dalle moltiplicazioni a due cifre, da divisioni o tabelline. Tecnicamente, la matematica, allenando all’identificazione delle relazioni tra gli oggetti, al rapporto tra una causa e un effetto, ad avvicinare per analogia questioni distanti, affinando la velocità di ragionamento, lascia tempo ad altro, anzi lo crea. […]. La matematica oltre a creare tempo lo regola. Non importa che il tempo sia troppo vuoto o troppo pieno, gli eccessi si assomigliano tutti, l’importante è che uno riesca a governarlo. Fare un calcolo, anche semplice, è il primo gesto”.

Il PI greco

Il Pi greco è una costante matematica, cioè un numero che ha un valore definito esattamente. Probabilmente a molti risulta familiare per il calcolo della circonferenza e del diametro del cerchio, ma il Pi greco è presente nella vita di tutti i giorni e in aspetti della nostra esistenza dalla determinazione dell’oscillazione di un pendolo all’attrazione fra due corpi elettromagnetici, dalla musica, alla statistica.

Nella secolare storia dei numeri, la scoperta di uno in particolare ha cambiato il modo di concepire molti processi matematici ed è diventato il più importante della nostra esistenza quotidiana, si tratta del numero:
3,14159 26535 89793 23846 26433 83279 50288 41971 69399 3751…

Non sono numeri battuti a caso sulla tastiera, ma le prime 100 cifre di π, propriamente detto Pi greco.

Questo numero è talmente importante, che si è deciso di dedicargli una giornata. La GIORNATA DEL PI GRECO si celebra ogni anno il 14 marzo perché nel sistema anglosassone la data si scrive 03/14, come le prime tre cifre del Pi Greco. La festa è nata nel 1988 grazie al fisico statunitense Larry Shaw che organizzò i primi festeggiamenti al museo di scienze Exploratorium di San Francisco.

Prof.ssa Francesca Zerman Dipartimento di Lettere

Locandina di Diletta De Luca 5^F